Prosecco e Pinot Grigio gonfiati in Veneto e Friuli: inchiesta per frode di Icqrf e Nas

Un controllo di routine in una cantina di Udine svela un vaso di pandora. Indagini in corso in 4 province

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Le rese dei vigneti erano quelle dei vini da tavola e dei vini Igt. Ma le uve venivano poi spacciate per Doc, alimentando così il florido mercato del Prosecco e del Pinot Grigio, senza il rispetto dei relativi disciplinari di produzione. Questo l’impianto d’accusa che ha portato i Funzionari dell’Icqrf (Ispettorato Repressione Frodi) e i Carabinieri del Nas a indagare i titolari di due cantine situate tra le province di Udine, Pordenone, Gorizia e Treviso. Nell’inchiesta anche una persona giuridica la cui attività ha sede tra Friuli e Veneto. Dovranno rispondere di frode in commercio e della falsificazione di documenti utile al disegno criminale.

L’operazione, come spiegano i carabinieri del Nas di Udine a winemag.it, è scattata in mattinata ma è tutt’ora in corso. Non si esclude che il cerchio possa allargarsi ulteriormente, sin dalle prossime ore. Per il momento, i funzionari della Repressione Frodi e i carabinieri del Nucleo anti sofisticazione, stanno dando esecuzione ai decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica di Udine nei confronti di circa una trentina tra cantine, imprese agricole, abitazioni e ditte di trasporto.

L’indagine, volta al contrasto alle frodi ai danni dei consumatori ed alla tutela della qualità delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche di prodotti agroalimentari, nello specifico Prosecco e Pinot Grigio, non ha rivelato potenziali rischi per la salute pubblica. Le partite di uva “gonfiate” in termini di rese, superiori a quanto prescritto dai disciplinari, conduce infatti a una minore qualità dei mosti, ma non a pericoli di carattere sanitario.

FALSO PROSECCO E PINOT GRIGIO TRA FRIULI E VENETO

Le indagini, come rivelano gli inquirenti a winemag.it, hanno preso avvio nei mesi scorsi, a partire da un normale controllo di routine compiuto dagli ispettori dell’Icqrf in collaborazione con i carabinieri del Nas. La documentazione presentata da una cantina di Udine, confrontata con i quantitativi immessi sul mercato, ha insospettito le forze dell’ordine, che hanno così scoperto l’illecito relativo alle rese dei vigneti.

L’inchiesta è stata poi allargata ad altre cantine della zona, spingendosi poi nelle province di Pordenone, Gorizia e Treviso. Un vaso di pandora che vede coinvolte alcune delle denominazioni italiane più note nel mondo, ovvero Prosecco e Pinot Grigio, per la cui promozione in Europa e nel mondo vengono spesi ogni anno centinaia di migliaia di euro, in parte finanziati dall’Ue. Ma non è tutto.

Tra le ipotesi investigative c’è anche quella che i vini prodotte dalla quindicina di cantine finite nella rete delle forze dell’ordine siano stati ottenuti in parte con uve di varietà e provenienza diversa da quella dichiarata, non rientranti nei disciplinari di produzione. Gli inquirenti escludono, al momento, un collegamento causa-effetto tra il taglio di 1.100 viti ai danni di un viticoltore di Bertiolo e l’inchiesta scattata in mattinata.

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